La prima occasione in cui sono entrata in contatto con la musica indiana è stata attraverso la scoperta del Nada Yoga, nel 2016.
Musicalmente parlando, in quell’anno vivevo una profonda frustrazione; nonostante amassi la musica classica occidentale che suonavo al pianoforte, non ero più soddisfatta. Cominciavo a prendere coscienza del fatto che senza una spartito non ero in grado di esprimermi in quanto incapace di creare una musica che desse voce a me stessa; suonare per me non aveva più senso, ma contemporaneamente ne avevo bisogno.
Dopo lunghe e appassionate ricerche mi imbattei nel Nada Yoga e questa scoperta segnò un cambio radicale nella mia vita di musicista e ricercatrice. Ho avuto modo di riscoprire il suono e la musica intesi come strumenti portatori di benessere, ho deciso di intraprendere due percorsi di studi paralleli (il corso di formazione in Nada Yoga e il percorso accademico in conservatorio in musiche tradizionali a indirizzo indologico) e, una volta acquisite le competenze per poterlo fare, ho iniziato a insegnare e divulgare ciò che avevo avuto la fortuna di scoprire.
Si tratta di una pratica che utilizza il suono e la voce come risorse per migliorare la condizione psicofisica della persona. In questa pratica la voce assume un ruolo centrale in quanto manifesta l’espressione più autentica delle emozioni e dell’essenza di ogni essere umano.
Il Nada Yoga lavora con tre elementi principali: il suono (vibrazione), la musica (l’organizzazione del suono) e la coscienza del corpo. Integrando questi tre elementi è possibile recuperare le energie che si disperdono quotidianamente a causa dell’eccessiva emotività e intellettualità per aumentare la consapevolezza e utilizzarla come veicolo del suono, affinché quest’ultimo produca i suoi effetti benefici. Ogni espressione sonora trova una sua precisa localizzazione nel corpo, ed è in grado di apportarvi effetti molto sottili, capaci di ripristinare equilibri alterati nel tempo. Il suono diviene un ponte tra conscio e superconscio e può indurre modificazioni psichiche e fisiche nella direzione voluta1.
1 Tali informazioni sono state raccolte durante il corso di formazione in Nāda Yoga tenuto da Riccardo Misto a cui ho partecipato nel 2016-2017 a Padova.
• Dal 2017 ho iniziato a mettere in pratica le conoscenze acquisite proponendomi come facilitatrice di Nada Yoga attraverso incontri individuali o in piccoli gruppi in presenza; ho iniziato a collaborare con centri yoga e associazioni, dove conduco serate kirtan e seminari di Nada Yoga.
• Dal 2018, in collaborazione con Francesca Riva, insegnante di yoga, propongo percorsi dedicati ad alcuni aspetti della filosofia indiana che prevedono l’accompagnamento di musica classica indiana suonata dal vivo e la pratica con il corpo e la voce di asana, mudra e canto dei mantra.
Ecco di seguito una breve panoramica dei percorsi che io e Francesca proponiamo e che contengono elementi di Nada Yoga:
• Incontri nel Tempio (prima edizione): ciclo di 8 incontri dedicati ad alcune delle principali figure della mitologia indiana quali Ganesha, Brahma, Saraswati, Vishnu, Lakshmi, Shiva, Parvati
• Incontri nel Tempio (seconda edizione): ciclo di 7 incontri dedicati ad alcuni dei protagonisti del poema epico Ramayana, simbolo dell’anima indiana.
• Incontri nel Tempio (terza edizione) – Il risveglio della Shakti: ciclo di 8 incontri dedicati a Lakshmi, Sita, Parvati, Kali, Durga, Lalita, Dhumavati, Saraswati. Un viaggio attraverso le dee e la loro essenza guidati da Shakti, energia vitale e manifestazione femminile del divino.
• Yin Yoga e Nada Yoga: una pratica dolce e profonda in cui musica e suono esaltano gli effetti delle posture attraverso l’ascolto passivo e il vocalizzo attivo dei Raga (scale musicali indiane). Il suono come via per esplorare il proprio corpo, il corpo come tempio del suono.
Se sei interessato a ciò che propongo e hai uno spazio che potrebbe ospitare questo tipo di attività contattami, sarò felice di avviare una collaborazione se possibile!